Qualche giorno fa, a un evento, un cliente mi ha preso in giro (scherzosamente) sul fatto che non volessi dargli il mio numero di telefono per poter comunicare più velocemente.

Chi mi conosce bene sa che non uso il telefono per lavoro. È uno strumento "privato" e riservato solo a famiglia e amici.

È uno di quei piccoli accorgimenti (ne ho diversi) che mi permette di tirare una linea netta per separare vita lavorativa e privata.

Lo so bene che quando dico sta cosa del numero (e anche altre) c'è qualcuno che si fa una risata o, nei casi peggiori, addirittura si offende.

Ricordo una volta di un potenziale cliente che decise di non andare più avanti nella collaborazione proprio perché non volevo dargli il numero.

La mia riflessione, in questi casi, è sempre la stessa. Per me questa cosa è importante, ed è un aspetto fondamentale del poter lavorare insieme: ci sono limiti da non superare e confini da rispettare. Se l'interlocutore non ne capisce l'importanza forse non è il caso di continuare a lavorare insieme.

Ovviamente non sto dicendo che la regola del numero deve valere per tutti e che devi applicarla nel tuo lavoro. Anzi, mi rendo conto che ci siano lavori dove il cellulare abbia un ruolo fondamentale.

La riflessione che voglio condividere con te è più ampia.

Abbi rispetto per il tuo tempo, per te, per la tua persona, per la tua vita privata.

Definisci dei limiti e dei confini. Rispettali, e chiedi agli altri di rispettarli.

Ogni volta che qualcuno chiede un pezzo del tuo tempo, a loro non costa niente, a te invece costa tutto.

Difendi il tuo tempo con le unghie e con i denti. Non te lo restituirà nessuno.